L’occhio del ciclone

«Primo segno di un animo equilibrato è la capacità di starsene tranquilli in un posto e in compagnia di se stessi.»

Seneca

Relax

In queste settimane sto dedicando parecchio tempo a me stesso, alle mie passioni e ai miei pensieri.

Nel pomeriggio di ieri, durante un momento di quiete, mi sono tornate alla mente alcune preziose parole del romanzo di Patrick Modiano Perché tu non ti perda nel quartiere:

«Nei periodi di cataclisma o di sconforto, non ci sono altre risorse se non cercare un punto fermo per mantenere l’equilibrio e non cadere fuori bordo. Il tuo sguardo si sofferma su un filo d’erba, su un albero, sui petali di un fiore, come se ti aggrappassi a un salvagente.»

Mi colpirono molto, ricordo.

Mi parsero parole semplici, ma intrise di grande saggezza.

Oggi, circondato da malattia, morte e sconforto, colgo ancora meglio il senso di quella riflessione: dovremmo tutti avere delle certezze, qualcosa su cui poter contare.

E allora mi guardo attorno, alla ricerca delle mie personali àncore: i fiori, che trapuntano i prati di colore; l’acero oltre la finestra, che proietta la sua ombra sul selciato; i tramonti, più dolci che mai.

Sorrido.

Attorno a me regna la tempesta, ma qui, nell’occhio del ciclone, resiste la quiete, fragile e preziosa; nessuno sa dire quanto durerà, ma è qui, ora, ed è tutto ciò che conta.

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Pubblicato da Erich Fratter

Sono laureato a pieni voti in Scienze dei servizi giuridici e con lode in Relazioni internazionali, un corso di laurea magistrale incentrato sui diritti umani, sulla cooperazione internazionale, e sui processi sociali trans-nazionali. Il 12 settembre 2022, nel corso di una cerimonia ufficiale a Roma presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari, ho ricevuto il Premio America Giovani al talento universitario, un riconoscimento per i giovani neolaureati meritevoli delle università italiane promosso da Fondazione Italia USA.

2 Risposte a “L’occhio del ciclone”

  1. Truly such a magnificent post! I can’t agree more with having those personal anchors. Personally, this pestilence isn’t the greatest nor biggest storm in my life. Prior to this, I have had my own storms and battles that seem to engulf me but I remember vividly the personal anchors that have kept me sane, even if so momentarily and I carry them ardently in the recesses of my mind and have engraved them onto the tablets of my heart. Such personal anchors my pocket cross, a cup of tea, simple words and even the bells of the church ringing at mid-day reminding me gently that it will all be well. Also, all is well, isn’t it? More than well, if I might be so bold to add. Thank you, Erich.

    1. Thank you for commenting and sharing these personal details with me. As usual, your comments embellish my blog and add quality content to it: I will never thank you enough for it!

      All is well, of course!

      No, thank you!

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