#19: Una bella storia

Mancano ormai poche settimane alle elezioni presidenziali che potrebbero cambiare il volto degli Stati Uniti.

In questo periodo di attesa febbrile — era ampiamente preventivabile i sondaggi elettorali si moltiplicano.

E così, travolti da astrazioni, categorizzazioni e modelli statistici, spesso ci dimentichiamo che dietro ai freddi numeri che provano a fotografare realtà complesse si celano emozioni, storie personali e volti di milioni di persone.

Con il tweet (o meglio, la serie di tweet) che vi propongo oggi, ci tufferemo in una di queste vite quella di Brennan Suen, un cittadino dell’Arkansas.

Una testimonianza toccante

Famiglia, politica, e AOC

«Dopo la morte di Ruth Bader Ginsburg [ne ho parlato brevemente qui, ndr.], ho ascoltato le parole di Alexandria Ocasio-Cortez: nelle nostre vite — ha detto — esiste qualcuno che soltanto noi possiamo coinvolgere in queste elezioni, e farlo rappresenta un dovere morale.

Da quel momento, sono stato assalito dall’ansia al pensiero di ciò che sapevo di dover fare. Per me, la persona di cui parlava Alexandria Ocasio-Cortez è la mia nonna di 94 anni.»

Il racconto prosegue:

«Ha sempre votato per il Partito Repubblicano. Il mio primissimo ricordo legato alla politica risale ai tempi della sfida tra Bush e Al Gore. Guardavamo i sondaggi: mia nonna disse che avrebbe votato per Bush, mentre i miei genitori scelsero di sostenere Al Gore. Diedi un’occhiata ad entrambi e dissi che mi trovavo d’accordo con i miei genitori.»

La telefonata

«Dopo settimane di esitazione, mi sono finalmente deciso a chiamare mia nonna al telefono, in seguito alla decisione dei giudici della Corte Suprema di ribaltare la sentenza Obergefell v. Hodges [si tratta della storica sentenza del 2015 con cui la Corte Suprema ha riconosciuto alle coppie dello stesso sesso il diritto di sposarsi negli Stati Uniti, ndr.].

Mia nonna è sempre stata dalla mia parte: la prima cosa che mi confessò quando feci coming out fu che sperava che, grazie a me, potesse presto avere un nuovo nipote.»

«Non l’ho mai chiamata al telefono in lacrime, ma oggi è accaduto. Le ho spiegato che, grazie al lavoro che faccio, mi batto quotidianamente per la comunità alla quale appartengo, e che gli ultimi quattro anni sono stati per me incredibilmente difficili da sopportare. Le ho detto che i Repubblicani stanno cercando di toglierci il nostro diritto di contrarre matrimonio, di adottare un figlio, di accedere alle cure sanitarie.»

«Le ho spiegato che un voto per il Partito Repubblicano è un voto che metterebbe in pericolo me e il mio futuro. Le ho confessato di essere spaventato.

E oggi, mia nonna mi ha promesso che darà il proprio voto a Joe Biden (D) e Joyce Elliott (D) [membro del Senato Statale dell’Arkansas e candidata al Congresso Federale in rappresentanza del Secondo Distretto Congressuale del proprio Stato, ndr.]. Mi ha detto che sono la persona più importante della sua vita e che terrà fede alla propria promessa.»

Un appello importante

«Sono tuttora in lacrime.», confessa Brennan Suen nell’ultimo suo tweet di questa serie.

«Per favore, chiamate le persone alle quali volete bene. Spiegate loro qual è la posta in gioco. Fate capire loro che per voi è una questione personale. Perché è così. C’è qualcuno là fuori che soltanto voi potete raggiungere.

E il loro coinvolgimento significherebbe moltissimo per voi.»

Il commento (e il retweet) di AOC

A rendere il tutto ancor più speciale ci ha pensato la stessa Alexandria Ocasio-Cortez, dalle cui parole tutto era partito:

«Congratulazioni», scrive la congresswoman newyorkese in risposta al racconto di Brennan Suen, «Sono fiera di te e di tua nonna!»

Segue anche un retweet, accompagnato dalla didascalia «Che bella storia!»:

Gli Stati Uniti sono anche e soprattutto questo.

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Pubblicato da Erich Fratter

Sono laureato a pieni voti in Scienze dei servizi giuridici e con lode in Relazioni internazionali, un corso di laurea magistrale incentrato sui diritti umani, sulla cooperazione internazionale, e sui processi sociali trans-nazionali. Il 12 settembre 2022, nel corso di una cerimonia ufficiale a Roma presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari, ho ricevuto il Premio America Giovani al talento universitario, un riconoscimento per i giovani neolaureati meritevoli delle università italiane promosso da Fondazione Italia USA.

2 Risposte a “#19: Una bella storia”

  1. This was such a tear jerking post. I felt a lump in my throat reading how he convinced his beloved grandmother and his reasons why. It is so beautiful to see a change of perspective through the lenses of love. Thank you for your lovely posts reminding us that our decisions can inadvertently affect our loved one(s).

    1. I’m glad to hear I’ve brought some (good!) tears to your eyes, Stephanie!

      When I found this story on Twitter, I immediately knew I had to share it.

      Thank you for your support!

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