Sostenibilità, la leadership globale della premier finlandese Sanna Marin

Sanna Marin leadership globale
Ambientalista e membro della Eduskunta (il parlamento monocamerale finlandese) dal 2015, Sanna Marin diventa primo ministro della Finlandia nel dicembre 2019; la premier scandinava, nata il 16 novembre 1985, è ad oggi il secondo leader più giovane al mondo, alle spalle del Cancelliere austriaco Sebastian Kurz.

Introduzione

Lo scorso 14 luglio, in occasione del suo intervento al Forum Politico di Alto Livello delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, il primo ministro finlandese Sanna Marin ha usato parole che meritano di essere esaminate nel dettaglio.

La giovane leader socialdemocratica, infatti, ha illustrato la propria idea di futuro conciliando semplicità formale e complessità di contenuti, cooperazione internazionale e politiche locali, non perdendo mai di vista il benessere degli individui, e in particolar modo di quelli più svantaggiati: «leaving no one behind» è stato un tema ricorrente di questo suo discorso.

Prima di esaminare le sue parole, però, credo sia utile capire in quale contesto istituzionale sono state pronunciate.

E dunque, che cos’è il Forum Politico di Alto Livello per lo Sviluppo Sostenibile? Inquadrato nel Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, il High-level Political Forum on Sustainable Development monitora i progressi degli Stati membri delle Nazioni Unite verso il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) previsti dall’Agenda 2030, il documento adottato al termine del Summit delle Nazioni Unite sullo Sviluppo sostenibile svoltosi a New York nel settembre del 2015. A questo scopo, gli Stati membri che lo desiderano possono presentare al Forum, annualmente, le proprie Revisioni Nazionali Volontarie (Voluntary National Review), documenti in cui illustrare le strategie messe in campo e i progressi fatti per conseguire gli SDGs.

SDGs
Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

L’intervento di Sanna Marin al Forum delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile

L’importanza delle Nazioni Unite e la critica ai populismi

La premier finlandese apre il suo intervento ricordando alcune delle più recenti conquiste della comunità internazionale:

«Presenterò a breve il secondo Rapporto Nazionale Volontario della Finlandia, dettagliando i nostri progressi in merito all’implementazione dell’Agenda 2030. Spero che il nostro esempio possa rappresentare uno stimolo per qualcun altro. Oggi, anche nel mezzo della crisi che stiamo attraversando, è importante riconoscere e apprezzare i recenti successi che abbiamo ottenuto come comunità globale. L’adozione dell’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile e l’Accordo sul Clima di Parigi del 2015 rappresentano dei traguardi notevoli.»

Segue una stoccata ai populismi: le critiche alle Nazioni Unite e all’ordine internazionale — fa notare Sanna Marin — per risultare credibili dovrebbero essere accompagnate da proposte di alternativa valide:

«Il diritto internazionale è stato sottoposto a forti pressioni, e perfino messo in discussione. Tuttavia, nessuno è stato in grado di proporre una valida alternativa al multilateralismo e alle Nazioni Unite. La crisi che stiamo attraversando non può essere affrontata a colpi di misure nazionali unilaterali.»

A questo punto, la premier finlandese 1) riflette sulla modernità dei valori che, sulle ceneri della Seconda guerra mondiale, ispirarono la nascita delle Nazioni Unite, 2) individua nell’essere umano, con coraggio ed onestà intellettuale, la radice più profonda della crisi sanitaria che stiamo attraversando, 3) indica tre documenti internazionali come possibili punti di partenza per tracciare una roadmap globale verso un futuro sostenibile:

«Oggi, a 75 anni dalla loro nascita, abbiamo bisogno delle Nazioni Unite più che mai. I meeting di alto livello di settembre e ottobre saranno un’occasione per riaffermare il nostro impegno nei confronti dei valori sui quali le Nazioni Unite sono state create — pace, sicurezza e diritti umani. Il Summit sulla Biodiversità sarà particolarmente importante per promuovere un confronto sulla perdita di biodiversità e sul degrado ambientale, le cause profonde della pandemia in corso. L’Agenda 2030, l’Accordo di Parigi e la Convenzione sulla Diversità Biologica sono strumenti essenziali per assicurare una ripresa verde e sostenibile. Potremmo anche considerarli delle roadmap globali.»

Unione Europea e Green Deal

Esaurita questa ampia parentesi internazionale, la giovane leader scandinava sposta il focus del proprio intervento sull’Unione Europea, organizzazione sovranazionale della quale il suo paese fa parte, citandola come esempio virtuoso di cooperazione tra Stati; menziona poi il Green Deal, l’insieme di iniziative politiche promosse dalla Commissione europea per rendere sostenibile l’economia dell’Unione e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050:

«Per la Finlandia, l’Unione Europea costituisce un esempio di come i paesi diventino più forti cooperando tra loro. Il Green Deal Europeo rappresenta un piano d’azione per costruire un futuro all’insegna della sostenibilità ambientale, ed è nostra ferma intenzione raggiungere questo risultato.»

Sfide, opportunità e leadership

Il periodo storico che stiamo vivendo — una complessa trama di sfide e opportunità globali — non è dei più semplici. Per questo motivo, spiega la premier finlandese, il mondo necessita di leader che si dimostrino realmente tali, e che possiedano la determinazione, l’intelligenza e la lungimiranza necessarie per compiere scelte politiche coraggiose e responsabili, nell’interesse — presente e futuro — del pianeta e dei suoi abitanti:

«I leader globali della nostra generazione verranno giudicati sulla base delle decisioni che prenderanno nel corso di quest’anno. […] Dobbiamo essere determinati a compiere delle scelte che siano difendibili sulla base delle più avanzate conoscenze scientifiche disponibili. La sostenibilità dello sviluppo non dipende unicamente dalle scelte individuali, ma anche da quelle politiche. Dobbiamo coinvolgere tutti gli stakeholder e lavorare insieme, sinergicamente.»

Il modello Nordico di welfare

le tre declinazioni della sostenibilità

A questo punto, il focus del discorso si sposta nuovamente e, con un ulteriore zoom in, plana sul livello statale; la giovane leader socialdemocratica, infatti, si sofferma sulle strategie che il suo e altri paesi Nordici stanno mettendo in campo per dare vita a società sostenibili:

«Questo mi porta a sottolineare un aspetto importante del nostro approccio allo sviluppo sostenibile. Mi riferisco al modello Nordico di welfare. È la chiave del nostro successo. La Finlandia ambisce a diventare una società sostenibile dai punti di vista sociale, economico e ambientale entro il 2030. Le nostre politiche sono ambiziose, a cominciare dall’obiettivo di diventare un paese ad emissioni zero entro il 2035. Abbiamo un’economia dinamica, responsiva ai cambiamenti.»

green deal europeo e welfare nordico: SOSTENIBILITÀ ed eguaglianza

Una promozione a livello europeo del modello Nordico di welfare — sostiene Sanna Marin — fungerebbe da rete di protezione per gli individui più fragili, coloro i quali cioè potrebbero rimanere travolti dalla (inevitabile) trasformazione dell’economia in un’ottica di sostenibilità:

«Facciamo ricorso al carbon pricing, alle imposte sull’energia e ad altri strumenti simili, necessari — tanto sul piano interno quanto su quello Europeo — nell’ambito del Green Deal. Tuttavia, quando osserviamo il problema da una prospettiva Nordica, queste misure appaiono soluzioni parziali. Meccanismi inclusivi di previdenza sociale, sanità pubblica di alto livello ed eguaglianza di opportunità sono elementi fondamentali. Intesa in questo modo, l’eguaglianza alimenta fiducia nell’idea che il contesto in cui siamo venuti al mondo non determina il nostro futuro, e che possiamo affrontare il cambiamento senza timore.»

E ancóra:

«Non possiamo ridurre le nostre emissioni, se nel mentre le diseguaglianze continuano a crescere. In Finlandia, abbiamo accompagnato un inasprimento della tassazione sul carburante con una detassazione dei redditi più bassi. Un altro esempio: la formazione continua, i servizi per l’impiego e l’apprendimento sul posto di lavoro sono parte di questa equazione. […] Questo è ciò che noi intendiamo per “fair and just transition”. Mi pare necessario promuovere un approccio olistico allo sviluppo sostenibile. Il modello Nordico di welfare si riassume nell’affrontare i problemi concretamente. Senza decisioni politiche, non ci sarà cambiamento.»

Per chiudere sul tema, il primo ministro finlandese ribadisce con chiarezza un concetto — «leaving no one behind» — che, come anticipato ad inizio articolo, permea il suo intervento dall’inizio alla fine:

«Mi rendo conto che il modello Nordico di welfare non sia diffuso su scala globale. La transizione verso la sostenibilità non sarà egualmente semplice in ogni paese. Questa pandemia ha dimostrato quanto sia importante — nell’implementare l’Agenda 2030 — non lasciare indietro nessuno.»

Le conseguenze socio-economiche della pandemia di Coronavirus

povertà estrema e crisi alimentare

A questo punto, la leader scandinava cita il Sustainable Development Goals report 2020, il documento-guida presentato lo scorso aprile dal Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres in vista della convocazione del Forum Politico per lo Sviluppo Sostenibile, soffermandosi sul dato globale relativo alla povertà estrema (a chi nel mondo, cioè, vive con meno di 1,90$ al giorno), il quale a causa della pandemia potrebbe tornare a crescere per la prima volta negli ultimi 20 anni; annuncia quindi l’impegno della Finlandia a contribuire al fondo previsto dalle Nazioni Unite per mitigare le conseguenze socio-economiche della pandemia di Covid-19, quindi lancia un appello affinché si moltiplichino gli sforzi per combattere la fame nel mondo:

«Il rapporto sul Progresso verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del Segretario Generale stima che un numero preoccupante di persone — tra i 40 e i 60 milioni — ricadrà in una condizione di povertà estrema. Rischiamo di assistere al primo incremento del dato globale sulla povertà da 20 anni a questa parte. […] In questo senso, sono lieta di annunciare la nostra decisione di finanziare il Covid-19 Response and Recovery Trust Fund delle Nazioni Unite. Dobbiamo agire tempestivamente per […] scongiurare delle crisi alimentari, promuovendo un uso più efficiente delle risorse e assicurando a chiunque diete più sane ed equilibrate.»

eguaglianza di genere

Nel disegno di Sanna Marin — già lo abbiamo accennato — la componente sociale della sostenibilità è tanto importante quanto quella ambientale: quello che segue è un appello affinché nessuno venga lasciato indietro — di nuovo, «leaving no one behind» — e a chiunque venga data la possibilità di esprimere il proprio potenziale:

«Le persone in condizioni di vulnerabilità sono le più colpite dalla crisi in corso. Dobbiamo fare del nostro meglio per assicurarci che nessuno venga lasciato indietro. Questo discorso tocca, ad esempio, le persone con disabilità. Anche gli appartenenti alla comunità LGBTI continuano ad essere tra i soggetti maggiormente a rischio. La società civile gioca un ruolo fondamentale nell’aiutare coloro i quali soffrono maggiormente. Realizzare l’eguaglianza di genere è essenziale, se vogliamo che nessuno rimanga indietro. Fintanto che i diritti delle donne, e in particolar modo la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, continueranno ad essere messi in discussione, non potremo raggiungere l’eguaglianza di genere, né perseguire uno sviluppo realmente sostenibile.»

Il ruolo delle città

Nel passaggio successivo, il capo di governo finlandese loda il ruolo attivo di diverse città nel mondo — prime tra tutte New York e la “sua” Helsinki — nell’implementazione dell’Agenda 2030:

«Vorrei richiamare la vostra attenzione su tre dinamiche positive emerse a livello globale grazie al processo di implementazione dell’Agenda 2030. In primo luogo, il ruolo giocato dalle città nel Forum sullo Sviluppo Sostenibile è diventato sempre più importante. New York è stata la prima città a presentare il suo Rapporto Locale Volontario, e la capitale della Finlandia, Helsinki, ne ha seguito l’esempio, assieme a molte altre città del mondo. Dalla Finlandia, quest’anno giungeranno i Rapporti di altre due città, Espoo e Turku.»

La Coalizione dei ministri finanziari per la lotta al cambiamento climatico: una vittoria finlandese

Nell’intervento di Sanna Marin c’è spazio anche per una punta d’orgoglio nazionale:

«In secondo luogo, il coinvolgimento nell’Agenda 2030 dei Ministri delle Finanze costituisce un risultato straordinario. Su proposta della Finlandia, infatti, nella primavera del 2019 è stata istituita la Coalizione dei ministri finanziari per la lotta al cambiamento climatico […]. La Coalizione conta attualmente oltre 50 Membri, provenienti da tutti i continenti. Speriamo che nuovi paesi si uniscano quanto prima! Il suo obiettivo è includere la crisi climatica nell’agenda economica affinché vengano previste le necessarie risorse finanziarie per combatterla. Al momento, la Coalizione sta analizzando le conseguenze della pandemia di Covid-19 sulle politiche per il clima e l’ambiente. Questo lavoro aiuterà i Paesi nella previsione e nell’implementazione delle loro misure per una “ripresa verde”.»

Senza finanziamenti, in altre parole, i buoni propositi sarebbero destinati a rimanere tali.

L’importanza di promuovere ricerca e innovazione

La premier finlandese passa quindi all’ultima delle tre dinamiche positive a suo giudizio «emerse a livello globale grazie al processo di implementazione dell’Agenda 2030»:

«In terzo luogo, il ruolo della ricerca e dell’innovazione. Le innovazioni — siano esse di natura tecnologica o sociale — sono di vitale importanza per dare risposta alle complesse sfide che l’umanità sta affrontando. Il Segretario Generale ha giustamente collocato l’innovazione e la cooperazione digitale tra le attività più importanti per le Nazioni Unite. Sulla base dei valori e dell’esperienza finlandese, ci siamo impegnati a promuovere senza sosta la cooperazione digitale e l’innovazione su scala globale. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile non possono essere raggiunti senza l’innovazione.»

Un impegno solenne in nome del popolo finlandese

Avviandosi alla conclusione del suo intervento, il capo del governo finlandese torna a ribadire la necessità di pensare allo sviluppo sostenibile in termini concreti, a partire dal tema — fondamentale — dei finanziamenti, e proprio a questo proposito, prende un impegno solenne di fronte alle Nazioni Unite:

«Abbiamo bisogno di ragionare in termini concreti. Abbiamo compiuto passi importanti verso un’integrazione sistematica dello sviluppo sostenibile nel bilancio dello Stato. È fondamentale che le casse dello Stato finanzino i nostri obiettivi. Ci impegniamo a introdurre le tematiche legate allo sviluppo sostenibile nel bilancio dello Stato, e a trasformare la Finlandia in una comunità socialmente, economicamente ed ecologicamente sostenibile entro il 2030.»

Il dialogo con i cittadini

Non manca infine un invito — rivolto principalmente alla classe politica — all’individuazione di forme di partecipazione attiva dei cittadini in questo lungo viaggio verso la sostenibilità:

«Da ultimo, è fondamentale coinvolgere i cittadini in un dialogo attivo sullo sviluppo sostenibile.»

L’impegno formale della Finlandia

La premier finlandese chiude il proprio intervento insistendo ancora una volta sull’importanza dell’Agenda 2030, e rinnova l’impegno del proprio paese ad implementarla:

«L’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile è stata adottata quasi cinque anni fa. […] I Governi devono dimostrare il loro impegno ad agire rapidamente e a conseguire risultati concreti. In qualità di primo ministro della Finlandia, intendo esprimere il nostro sincero impegno nel raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.»

Conclusioni

Riavvolgiamo brevemente il nastro: il primo ministro Sanna Marin esordisce con una lode alle Nazioni Unite, l’organizzazione internazionale che ha dato alla luce l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un documento programmatico unico nel suo genere, capace di fissare nero su bianco un’idea di futuro condivisa da 193 Stati nel mondo, e che, assieme all’Accordo sul Clima di Parigi del 2015, costituisce (o dovrebbe costituire!) un risultato di importanza tale da screditare qualsivoglia forma di populismo o demagogia.

Essere internazionalisti — e questo emerge chiaramente dall’intervento di Sanna Marin — non significa scrollarsi di dosso la propria identità e lasciarsi alle spalle la propria città, la propria nazione, o la proprie radici culturali; significa, al contrario, incoraggiare qualsivoglia forma di cooperazione e dialogo tra popoli, nazioni e, appunto, culture. Perché sembrerà banale, ma imparare a conoscersi è l’unico modo che abbiamo per vivere in armonia e scongiurare l’ipotesi, avanzata qualche decennio fa dal politologo statunitense Samuel P. Huntington, di uno “scontro tra civiltà”. Ecco perché interventi come quello che abbiamo appena esaminato è importante che vengano fatti, ma è ancora più importante che vengano ascoltati, letti, compresi e diffusi: spero, in questo senso, di aver dato anch’io un piccolo contributo.

per approfondire:

  • La trascrizione integrale, in lingua Inglese, del discorso che abbiamo analizzato in questo articolo
  • Vi lascio anche, se preferite, il video integrale dell’intervento, anche questo in lingua Inglese
  • Il sito web dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, dove potete trovare informazioni, approfondimenti e articoli concernenti l’Agenda 2030 e la sua implementazione.
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Pubblicato da Erich Fratter

Sono laureato a pieni voti in Scienze dei servizi giuridici e con lode in Relazioni internazionali, un corso di laurea magistrale incentrato sui diritti umani, sulla cooperazione internazionale, e sui processi sociali trans-nazionali. Il 12 settembre 2022, nel corso di una cerimonia ufficiale a Roma presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari, ho ricevuto il Premio America Giovani al talento universitario, un riconoscimento per i giovani neolaureati meritevoli delle università italiane promosso da Fondazione Italia USA.

2 Risposte a “Sostenibilità, la leadership globale della premier finlandese Sanna Marin”

  1. The sustainable development goals of the 2030 agenda seem very promising and are definitely a step forward towards solving some of the significant issues present as of now. The green deal and the quest to eradicate world hunger as well as to tackle sanitation issues strike me as very commemorable and hopefully more regions and nations get on board and understand that they too need to get involved. Thank you for highlighting this agenda today and bringing your readers awareness on such paramount issues and initiatives.

    1. Thank you for taking the time to read this very long article! I am particularly glad that you have enjoyed it and found it interesting and understandable, as it’s very close to what my Academic studies are about.

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